Mentre noi restiamo qui

Questo libro è un esperimento folle e divertente. Sullo sfondo di una piccola cittadina di una provincia americana sperduta tra i boschi, Patrick Ness si prende gioco, in modo bonario sia chiaro, degli stereotipi e dei cliché comuni della narrativa Giovani Adulti (YA), in particolar modo di quel filone fantasy/sci- fi/ romance che comprende Twilight, Hunger Games e simili. Ogni capitolo inizia con un paragrafo introduttivo che fa eco ai classici per ragazzi di metà ottocento e che ci riassume di volta in volta il susseguirsi delle avventure, delle tragedie e degli amori che coinvolgono i Prescelti, unici eletti per la salvezza del mondo contro il soprannaturale. 

“Eh, gli indie. Immagino ne abbiate anche voi, nelle vostre scuole. Quella cricca con i capelli perfettini da nerd e i vestiti presi nei negozi di roba usata e nomi anni Cinquanta. Gentili, mai cattivi, ma poi sempre destinati a diventare Prescelti quando arrivano i vampiri…” (p.19)

L’effetto straniante è dovuto al fatto che questo riassunto introduttivo è una mezza bugia: non racconta al lettore ciò che accadrà nel capitolo ai veri protagonisti, ma ci dice ciò che avviene in background, mentre loro sono impegnati a vivere le loro esistenze… da persone normali. 

Perché questo sono i personaggi principali di Mentre Noi Restiamo Qui: ragazzi normali, che affrontano situazioni abbastanza comuni, almeno per quanto possibile. 

Mikey, Mel, Jared e Henna hanno un grande desiderio: riuscire a diplomarsi prima che la loro scuola salti per aria. E in mondo governato dalle logiche di una puntata di Buffy l’Ammazzavampiri, dove avvenimenti inspiegabili come invasioni aliene e attacchi di zombie sono all’ordine del giorno, questo desiderio non è affatto strano.   

Nello svolgersi dei primi capitoli è inevitabile per il lettore porsi la domanda: “perché delle persone comuni dovrebbero interessarmi più dei Prescelti e delle loro fantastiche vicissitudini? Cosa hanno di speciale?”. Ebbene, la meraviglia di questa narrazione, che scorre leggera nonostante il suo bagaglio di temi importanti, è proprio quella di ribaltare la prospettiva, riportando in primo piano ciò che di solito nelle storie di genere è semplice carta da parati. L’autore sembra dire, continuamente: “anche se non avete mai salvato il pianeta da una potenziale catastrofe, siete ugualmente importanti e i vostri problemi quotidiani lo sono altrettanto. E affrontarli richiede coraggio, vi rende eroici”. 

In 232 pagine conosciamo Mikey, il vero protagonista, attraverso le sue parole e i suoi pensieri: un ragazzo che, pur non vedendo l’ora di diplomarsi e andar via di casa, lontano dalla madre in pieno fervore elettorale e dal padre alcolizzato, teme così tanto di non essere abbastanza e di non riuscire a fronteggiare l’inevitabile cambiamento, che finisce per farsi intrappolare in spirali d’ansia, da cui solo gli amici riescono a tirarlo fuori. Scopriamo che il suo cruccio principale, a parte il diploma e la salute di sua sorella, è l’amore mai dichiarato per Henna. Henna, che sta per partire coi genitori missionari per l’Africa. E cosa succede con Jared, il suo migliore amico “per tre quarti ebreo e per un quarto divinità”, cosa gli sta nascondendo? Come se non bastasse, con l’avvicinarsi del diploma e del ballo scolastico diventerà sempre più difficile per Mikey e i suoi amici stare fuori dalle “faccende da indie” e dai pericoli che questo comporta… riusciranno i nostri eroi senza mantello a sopravvivere a questo ultimo anno scolastico? 

“Mentre Noi Restiamo Qui” è una storia di crescita e formazione, che vede nell’amicizia una risposta molto più salda e fondamentale rispetto all’amore romantico, senza però negare a quest’ultimo lo spazio che merita. Ed è un formidabile gioco di prospettive, che non concerne solo lo scontro tra normale e soprannaturale, ma anche quello tra ragazzi e adulti, tra figli e genitori. E’ forse questo uno dei termini di paragone più significativo rispetto alle storie di genere degli ultimi anni: la rappresentazione dell’adulto, che da macchietta torna in queste pagine a riprendere il suo ruolo di persona a tutto tondo, con problematiche, pregi e difetti del tutto riconoscibili e universali. In particolare per la madre di Mikey e Mel e per il padre di Jared, il sig. Shurin, Patrick Ness ha creato un ritratto formidabile, ricco di sfaccettature, che sfocia in una riflessione sulla profonda complessità della natura umana. Non solo, la storia ci fa comprendere che per quanto sia inevitabile tracciare dei confini, etichettare i “noi” rispetto ai “loro”, ed “io” rispetto agli “altri”, è altrettanto inevitabile che arrivi il momento in cui queste ridicole divisioni vengano meno, trasformando palcoscenico e dietro le quinte in uno spazio comune dove non esistono indie, semidivinitá, controfigure o spettatori, ma solo ragazzi, ragazzi fortunatamente diplomati prima che la loro scuola salti per aria. 

“Mentre Noi Restiamo Qui”, edito da Mondadori nel 2018, è una lettura fresca e piena di significato, che forse non stravolge troppo il cuore ma riesce molto bene a confortarlo e incoraggiarlo.

recensione pubblicata nel n.76 de La Salamandra – rivista interscolastica e università di Treviso.
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Angie Sage & Catherine Fisher : Exploring Fantastic Worlds

L’Hay Festival il 26 maggio di quest’anno ha ospitato due autrici che hanno molto in comune, per invitarle a parlare di mondi fantastici, guidate dal simpatico scrittore britannico Daniel Hahn.

Angie Sage

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è conosciuta anche in Italia per la saga di Septimus Heap. E’ facile vedere nella sezione bambini e ragazzi di molte librerie e biblioteche i primi quattro volumi della serie :  Magya, Volo, Alkymia, Rycerca– , non altrettanto vedere gli ultimi. Sulla pagina di Wikipedia è possibile però scoprire i titoli delle traduzioni ancora inedite di Syren, Darke e Fyre.

Per chi ama il mondo di Septimus, sappia che nel novembre del 2014 è uscito il primo libro della trilogia spin off, TodHunter MoonPathfinder, traducibile in Tod Cacciatore di Luna – Esploratore. Purtroppo l’autrice mi ha rivelato che non è stato preso alcun accordo con le case editrici italiane, e quindi questo nuovo libro, come gli ultimi della serie di Septimus, non verrà tradotto nella nostra lingua. Non ho problemi a leggere in inglese, mi spiace solo che un pezzo di magia letteraria venga tolto alla maggior parte dei piccoli e grandi lettori italiani.

Catherine Fisher

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è una scrittrice gallese che personalmente non conoscevo, autrice di poesie e di diverse serie per ragazzi, tra cui la saga di quattro libri Chronoptika. In questa occasione ha presentato il terzo volume, The Door in the Moon, e ha parlato anche dei due precedenti romanzi della serie : Obsidian Mirror e The Slanted Worlds. Questi romanzi non hanno traduzione italiana, a differenza di un altro libro dell’autrice, Incarceron (*di cui dovremmo vedere il film. Si parlava di Taylor Lautner come protagonista, anni fa). Per saperne di più anche sulle traduzioni in programma con Fazi Editore, vi consiglio di leggere l’intervista che il blog italiano casualmente omonimo ‘The Obsidian Mirror’, ha realizzato con l’autrice.

 

Ma passiamo all’intervista di Daniel Hahn in occasione dell’Hay Festival. Sotto il cielo stellato dello Starlight Stage le due autrici sono state portate a discorrere di vari temi inerenti ai libri che le hanno rese famose anche fuori dal Regno Unito.

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Daniel è stato bravissimo nel guidarle con domande molto acute sul procedimento di immaginazione e creazione dei mondi e dei personaggi, e sul modo in cui  pensare al lettore ideale, in un’ottica di vendita della casa editrice, possa influire sulla scrittura. Entrambe hanno asserito di non pensare in alcun modo ad un lettore ideale, maschio o femmina che sia, perché sono interessate più allo sviluppo e alla crescita interiore dei personaggi di cui scrivono in quanto esseri umani, a prescindere dal loro sesso. Eppure Angie ha sottolineato che ha scritto Pathfinder perché desiderava finalmente scrivere una storia con una protagonista femminile. Non che la saga di Septimus Heap manchi di personaggi femminili forti, decisivi e interessanti, (basti pensare a Jenna), ma quello che cercava Angie era una ragazza che finalmente fungesse da motore della storia.  E questo è il motivo per cui ha creato TodHunter Moon.

Catherine Fisher dal canto suo, mostrando il libro al pubblico ha evidenziato il suo disappunto per il cambio di design di copertina della sua saga, ora che si è alla pubblicazione del terzo volume, The Door in The Moon. Per due motivi : il primo è che il lettore bibliofilo, (*alza la mano*), di solito preferisce che le copertine di una serie costituiscano un visibile continuum tra loro. Sono infinitamente d’accordo. Ogni volta  provo un leggero fastidio nel guardare i libri de La Ragazza Drago, in fila nella mia libreria, e notare che L’Albero di Idhunn è l’unico tascabile. O Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R R Martin, in edizioni e ristampe tutte differenti tra loro. Scherzando Daniel Hahn ha suggerito che questo è un trucco per far ricomprare ai fan Obsidian Mirror e Slanted Worlds. Il secondo motivo, dice la Fisher, è che basta guardare questa nuova copertina per capire che una fetta di lettori maschi, (che non avevano avuto nessun problema a prendere in libreria o in biblioteca i primi due volumi di Chronoptika- Obsidian Mirror), adesso probabilmente si sentiranno in imbarazzo. In effetti la copertina qui sotto si potrebbe immaginare più facilmente in mano a una ragazza. Cathrine Fisher pensa che prendere un libro non dovrebbe mai causare vergogna, o imbarazzo. Per questo ha fatto cambiare il colore della fascia inferiore, da rosa a verde. Un colore più neutro. Meno femminile.  Personalmente non credo che un lettore appassionato e intelligente dovrebbe farsi fermare da pregiudizi di genere. Bando agli stereotipi, aprite il libro e immergetevi in questa nuova avventura ! {79493B70-B6F4-44FE-A632-A398F1262AC2}Img400

TodHunter Moon – Pathfinder, ha un allacciamento ideale con la saga di Septimus Heap. Così ne parla Angie Sage dal suo blog :

-The first book, PathFinder, begins 7 years after Fyre ends. We start off with three new characters; Alice TodHunter Moon (Tod) and her best friends, Ferdie and Oskar Sarn. Through the incursions into their village of some vicious creatures called Garmin, their lives become intertwined with Nicko and Snorri, Jenna and Septimus. So we get to go back to the Castle and see how  everyone is doing, including Marcia, of course.-

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-Il primo libro, PathFinder, inizia 7 anni dopo la fine di Fyre. Cominciamo con tre nuovi personaggi; Alice TodHunter Moon (Tod) e i suoi migliori amici, Ferdie e Oskar Sarn. Con l’incursione nel loro villaggio di alcune malvage creature chiamate Garmin, le loro vite giungono a intrecciarsi con Nicko e Snorri, Jenna e Septimus. Così torniamo indietro al Castello e vediamo come se la stanno cavando tutti, inclusa Marcia, ovviamente.-

Allo stesso tempo Pathfinder ci tiene a presentarsi come qualcosa di nuovo. Magyk, questa essenza di cui si parla nella storia di Tod, è un qualcosa di scientifico, descritto e usato in modo tecnico. La Sage ha detto che se potesse riscrivere il libro adesso (-il secondo, TodHunter Moon- SandRider, uscirà in ottobre, n.d.A.), non inserirebbe nuovamente degli stregoni tra i personaggi, proprio perché Magyk non ha nulla a che fare con bacchette, formule e incantesimi. 

Questa è una delle cover disponibili sul mercato. Più tradizionale, si ricollega al design delle prime copertine di Septimus Heap.

La cover di Pathfinder presente al festival di Hay, nell’edizione stampata dalla Bloomsbury. Quale delle due preferite ? Anche l’occhio vuole la sua parte !

Catherine Fisher ha poi fatto un breve riassunto, privo di spoiler, sugli elementi principali di trama e personaggi dei tre libri della saga Chronoptika Quartet, (il quarto lo sta ancora scrivendo). Credo che leggerò Obsidian Mirror & co. perché il fulcro di questa saga è nei viaggi del tempo. L’ho già detto che adoro i viaggi nel tempo ?! L’autrice vi ha agganciato elementi di folklore e magia, e lli ha intrecciati al mondo che conosciamo. E’ stato un suo obbiettivo, ha rivelato alla sala, scrivere di viaggi nel tempo senza cadere in cliché alla Doctor Who.

Questa la trama del primo volume, Obsidian Mirror, dal sito ufficiale della scrittrice :

Jake Wilde’s father has disappeared, while working with his friend, the reclusive and mysterious Oberon Venn, on a strange black mirror that Venn believes to be a time machine. Jake gets himself expelled from school and sent to Wintercombe Abbey, deep in the heart of Devon, to find out just what’s going on.
Meanwhile a girl appears out of thin air pursued by a wolf of Ice and a Replicant from the future.. Sarah too ends up at Wintercombe, where Venn is desperate for the Mirror to restore his lost wife, Leah. Only she knows the terrible dangers the mirror will bring to the world’s future. And in the Wood all around the house live the Shee, and their beautiful, deadly queen, Summer. Who has other plans for Venn….
A mix of fantasy and time travel, with seven identical cats, breathtaking escapes through the cellars and alleys of Victorian London, a mysterious scarred man, and a servant who might be a genie, The Obsidian Mirror is the first in a projected set of four books- The Chronoptika.

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Il padre di Jake Wilde è scomparso, mentre lavorava con il suo amico, il recluso e misterioso Oberon Venn, in uno strano specchio nero che Venn crede essere una macchina del tempo. Jake si fa espellere da scuola e mandare a Wintercombe Abbey, nel profondo Devon, a cercare di capire cosa sta accadendo.
Nel frattempo una ragazza appare dal nulla inseguita da un lupo di ghiaccio e da un Replicante dal futuro. Anche Sarah finisce a Wintercombe, dove Venn aspetta disperatamente che lo Specchio gli restituisca la perduta moglie, Leah. Solo lei sa i terribili pericoli che lo specchio porterà al futuro del mondo. E nella Foresta tutto intorno alla casa vivono gli Shee, e la loro bellissima, letale regina, Summer. Che ha altri piani per Venn…
Un mix di fantasy e viaggi nel tempo, con sette identici gatti, fughe mozzafiato attraverso le prigioni e i vicoli della Londra Vittoriana, un misterioso uomo sfregiato, e un servo che potrebbe essere un genio, Lo Specchio D’Ossidiana è il primo di progettato  set di quattro libri – Chronoptika.    

L’autrice ha proseguito su invito di Daniel Hahn con la lettura delle prime pagine di The Door in the Moon. Mi ha entusiasmato, davvero tanto, non solo per il contenuto. Rispondendo ai complimenti del conduttore, Catherine Fisher ha ammesso di leggere spesso ad alta voce, e di amare la poesia. Per questo è molto attenta alla sonorità delle parole, e ciò influisce anche sul suo modo di scrivere, e nella ricerca dei nomi per i suoi personaggi. – A tal proposito, Oberon Venn è davvero un bel nome!– ha asserito Hahn a quel punto.  – E’ stata un’invenzione spontanea- ha detto Catherine di rimando, sorridendo orgogliosa del suo personaggio.

Angie Sage non ha letto con un’intonazione altrettanto accattivante, complice una brutta tosse. Anche la partenza di Pathfinder di per sé , bisogna dire, è abbastanza lenta. Eppure è riuscita a captare la mia attenzione con pochi sapienti dettagli, affatto banali, e ha chiuso con un hook magistrale. Mi sono chiesta perché Tod sembrasse così sola e spaventata. Me lo chiedo ancora, non vedo l’ora di leggere.

La Fisher invece per quanto brillante nella narrazione e nella lettura ad alta voce, per The Door in the Moon è ricorsa a meccanismi di partenza già noti. Il protagonista, Jake, sta dormendo. Ha un incubo su suo padre, che è intrappolato dietro una sorta di maschera, da cui il figlio non riesce a liberarlo … Al suo risveglio Jake viene minacciato nella sua stanza da due uomini,  che gli puntano un’arma contro e gli tappano la bocca. Il lettore immediatamente si preoccupa per lui, ma un angolo della sua mente non può fare a meno di interrogarsi : dove l’ho già vista/sentita questa scena?   

Le domande del pubblico sono state molte – non me lo aspettavo – , e molto interessanti, specie quelle dei bambini.

Come sai quando è arrivato il momento di finire il libro?

A.S/C.F. : Strutturo la storia, con una divisione in venticinque capitoli. So che qualunque sia il punto a cui sono arrivata, al venticinquesimo capitolo devo fermarmi. [Questo discorso vale  per le saghe più lunghe, mi chiedo quale sia la loro risposta per un libro autoconclusivo. **Neil Gaiman ha dato una risposta molto differente a questa stessa domanda**]

Che libro amavi leggere da piccola ?

C.F. : Alice in Wonderland (Alice nel Paese delle Meraviglie). Mio padre odiava leggere storie fantasy, o che comunque avessero questo pizzico di magia. Aveva una mente pratica e razionale che trovava inconcepibile e inspiegabile l’idea di un coniglio parlante e di un cappellaio matto… L’ho obbligato per molto tempo a leggermi solo questo. Lo adoravo.

A.S.: Winnie Pooh. Ogni membro della mia famiglia era un personaggio della storia. Io ero Pimpi, mio fratello era Tigro …

Quando scrivete, tenete conto dell’età dei vostri lettori?

C.F/A.S : Non mi piace restringere il campo dei miei lettori né in base al genere, come è stato già detto, né tantomeno in base all’età. (Angie Sage però ha ammesso che la regola che segue di solito è :  non scrivere cose che un bambino di nove anni non potrebbe capire. Avrebbe voluto inserire un po’ di romance, indagare meglio lo sviluppo delle relazioni tra alcuni personaggi, ma non le è stato possibile per questo.)

Quale personaggio tra quelli che avete inventato  vi piacerebbe incontrare, se poteste ?

C.F.: Oberon Venn. Perché ha un passato tragico, una personalità affascinante, ed è un tipo molto ingegnoso e misterioso.

A.S.: Silas Heap !

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Per concludere è stata un’esperienza magnifica, e la mia lista TO READ si è allungata di diverse righe ! Alla fine sono anche riuscita a farmi autografare il libro da Angie, e a ringraziarla personalmente per le belle storie che scrive. Mi ha detto che era la prima volta che autografava un suo libro in lingua italiana, e che era molto contenta di poterlo fare, finalmente !

Cosa ne pensate? Avete mai letto qualche libro di una di queste due autrici ?