La Memoria del Samurai

La Memoria del Samurai (“The Lost Future of Pepperharrow“) di Natasha Pulley è un avvincente libro storico condito di pseudoscienza, realismo magico e fantastico steampunk. Ambientato nel Giappone del 1888, segue gli amati personaggi de “L’orologiaio di Filigree Street“: Thaniel Steepleton della legazione britannica, il formidabile Keita Mori e la loro peculiare figlia adottiva, Sei. Si trasferiscono da Londra alla residenza di Keita vicino a Tokyo, ma presto si ritrovano intrappolati tra fantasmi del passato e fantasmi di molti possibili futuri: il tempo si fa elettrico e la città è infestata; risolvere il mistero che ha messo in moto questo viaggio potrebbe costare loro non solo la vita insieme, ma molte altre vite mentre la guerra incombe…
Ho adorato questa storia. In particolar modo ho apprezzato il personaggio qui introdotto della moglie di Mori, Takiko Pepperharrow, il cui punto di vista e la cui storia mi hanno catturato e intrigato dalla sua prima apparizione. Fino alla fine “La Memoria del Samurai” mi ha tenuto sull’orlo della sedia. La Pulley ci offre un seguito molto divertente e affascinante che ha la capacità di trasportarci nella storia accanto a personaggi indimenticabili.

Unico rimpianto dell’edizione Bompiani è la perdita del titolo originale, a mio parere davvero perfetto, nonché la presenza di Katsu, il polpo meccanico, in copertina: meriterebbe uno spin off come protagonista assoluto.

Il titolo “Il futuro perduto di Pepperharrow” col senno di poi è uno spoiler grande come una casa, ma non basta a salvarci dal trauma. Grazie Natasha!

La lunga attesa di questa edizione (due anni dalla pubblicazione Bloomsbury!), è stata comunque ben ripagata e mi sento di ringraziare Bompiani per aver mantenuto la cura e la qualità che contraddistinguono i primi due volumi: La Memoria del Samurai è un degno compagno de l’Orologiaio e de Le Torri di Vetro, tanto che lungi dal saziare la curiosità del lettore crea nuove aspettative e speranze per futuri progetti.

In attesa di scoprire se si aggiungerà un quarto volume alla saga dell’Orologiaio, possiamo intanto approfittare del periodo natalizio e ritrovare a sorpresa i nostri amati Mori, Thaniel e Sei in un racconto intitolato “I cantori delle anguille“, presente nella raccolta Natale con i fantasmi pubblicata da Neri Pozza nel 2021 e riproposta quest’anno in una veste rigida davvero elegante!

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Held by the cover

Giudicare il libro dalla copertina

Quante volte vi sarà capitato di rimanere bloccati davanti alla vetrina di una libreria, catturati da un’immagine in particolare? Le cover più belle sono opere d’arte che possono darci un’idea precisa della cura dedicata all’opera, ma talvolta si rivelano abili artifici in grado di alzare fin troppo le nostre aspettative.

Mi piaceva l’idea di condividere con voi alcune cover che mi hanno davvero fatta andare in visibilio:

Girl, Serpent, Thorn di Melissa Bashardoust

With the fire on high di Elizabeth Acevedo

Wilder Girls di Rory Power

Gideon the Ninth di Tamsyn Muir

The Ten Thousand Doors of January di Alix E. Harrow

Figli di Virtù e Vendetta di Tomi Adeyemi

Nevernight – Alba oscura di Jay Kristoff

Il priorato dell’albero delle arance di Samantha Shannon

Magonia di Maria Dahvana Headley

L’orologiaio di Filigree Street di Natasha Pulley

Le Torri di Vetro di Natasha Pulley

The Lost future of Pepperharrow di Natasha Pulley

Leopardo nero, lupo rosso di Marlon James

The Essex Serpent di Sarah Perry

Washington Black di Esy Edugyan

Straniero in terra straniera di Robert A. Henlein

Avete letto questi libri? Il contenuto secondo voi è all’altezza della mise en place? Ma soprattutto, quali sono le cover che vi hanno fatto impazzire?

L’Orologiaio di Filigree Street

Salve lettori e amici bibliofili ! Torno a sorpresa con una recensione che non poteva aspettare, dato che il libro in questione è in questi giorni nelle vetrine delle nostre librerie. Lo avrete già notato perché ha una copertina stupenda, ma a parte questo, il contenuto non è da meno …

titolo : L’orologiaio di Filigree Street

autore :  Natasha Pulley

casa editrice : or. : Bloomsbury USA, 2015 – trad. : Bompiani, 2017 

384 pagine

 

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L’ho letto con estremo piacere. Mi è scivolato addosso e in due giorni mi ha tenuta avvinta a sé come se avesse le braccia meccaniche ma estremamente fluide del polpo Katsu. Chi è il polpo Katsu ? Uno degli eccellenti personaggi di questa storia. Partiamo da loro : se da un lato “peccano” di una descrizione fisica a volte troppo allusiva, mai definita, affatto imperfetta ma direi piuttosto liquida, dall’altro si presentano tutti con vividi colori, tanto che è impossibile confonderli nei dialoghi e nelle azioni. L’orologiaio K.Mori è a mio parere il più riuscito, con una storia personale di cinquant’anni tra Giappone e Inghilterra ottocenteschi, condita da un alone di mistero che permea tutto il corso del romanzo; ma quello che suscita in me più profonda ammirazione, interesse e anche, se vogliamo, tenerezza, è Mr Steepleton, Thaniel, il vero protagonista. Un semplice impiegato all’inizio, il più improbabile degli eroi, che però fin da subito rivela una peculiarità molto speciale, portata sulle pagine col miglior effetto stilistico. Quando al suono si unisce il colore, c’è di che rimanere incantati. Inoltre dimostra di avere in dote sorprendente caparbietà e resilienza. E’ come un lago calmo dalla superficie grigia e uniforme, che d’un tratto rivela le sue sfumature e i tesori nascosti nelle sua profondità. A loro si unisce per vie traverse Grace, una studentessa di Oxford col pallino degli esperimenti esplosivi, una scienziata in cerca di laboratorio, con una madre che nel frattempo cerca di darla in sposa. Grace è irruenta e determinata, dalla mente sveglia e brillante, affatto incline alle tendenze e ai costumi della società, che la vorrebbe sempre protetta e accompagnata, per non dire controllata.

L’orologiaio di Filigree Street è un vero e proprio incastro di meccanismi precisi e delicatissimi. Spostane uno e tutta la trama prenderà pieghe inaspettate, assolutamente sorprendenti.

Questi meccanismi si muovono in un’ambientazione storica così curata e ricercata che risulta piacevole leggere anche solo per scoprirne i dettagli. Il nazionalismo irlandese, il villaggio giapponese di Hyde Park, la bomba a Scotland Yard, il movimento delle suffragette e la condizione sociale femminile, la costruzione della metro di Londra, il telegrafo, gli studi sull’etere luminifero, le prime lampadine elettriche … Leggere è stato come osservare un quadro davvero ben assemblato, mi dava la sensazione di poter essere lì. Un viaggio nel tempo ricco di fascino, che include anche un bel po’ di cultura nipponica. In particolare, mi è piaciuto da matti il laboratorio di Mori, con tutti i suoi congegni e le sue invenzioni a dare un’impronta quasi steampunk, e mi è piaciuta la descrizione di tutta Filigree Street, così ben fatta che potrei giurare di averne scorto la fotografia da qualche parte.

Siamo a Londra, nel 1884. Sotto la minaccia delle bombe del Clan Na Gael, un semplice impiegato dell’Home Office, scapolo con una sorella e due nipoti da mantenere, prosegue la sua vita scandita dal lavoro al telegrafo, quando, in circostanze assai strane, rincasando ritrova nel suo appartamento un orologio d’oro. E questo ritrovamento darà il via a un vero e proprio sconvolgimento della sua esistenza. Tra indagini della polizia, misteri da risolvere, bombe che non si trovano, Thaniel si ritrova catapultato al centro degli eventi. Il suo incontro con K.Mori avviene sotto le circostanze più improbabili, e la sua relazione con lui si evolverà lentamente ma inesorabilmente e lo trasformerà  nell’uomo che ancora non aveva avuto il coraggio di essere. Ho adorato la loro storia, il loro speciale rapporto, dall’inizio alla fine; reputo l’inserimento di Grace provvidenziale in certi casi, antipatico ma necessario in altri, e nonostante questo rimane un bellissimo personaggio. Ciò che lega tutti e tre, credo, è il bisogno primario di costruirsi un futuro in cui possano essere ciò che vogliono e di amare chi vogliono. L’orologiaio di Filigree Street affronta il tema dell’essere chi si è  in base alle coincidenze, ai piccoli grandi eventi della nostra vita. Fino a che punto una persona in grado di prevederle, potrebbe modificare il suo destino e quello di altri? E a quali conseguenze andrebbe incontro?

L’epilogo, quel bullone lanciato in aria di cui non parlerò per non rovinarvi la sorpresa, mi ha fatto davvero sorridere, l’ho trovato una splendida conclusione, una perfetta quadratura del cerchio.

In due parole, per me è un piccolo capolavoro nonostante la conclusione, in particolare la risoluzione del mistero centrale, sembri giungere con la rapidità di un treno in corsa; scritto davvero bene, con dei picchi stilistici che ho apprezzato davvero tanto, è un romanzo che senz’altro amerò rileggere e di cui già sento la mancanza.

Consiglio di lettura : accompagnare con tazze di tè al limone, quanto basta.

Angolo confessione : Più di tutto, mi manca il polpo Katsu. Mi ha fatto lo stesso effetto dello Snaso, il che vuol dire che passerò il prossimi giorni a tormentarmi per la sua non esistenza.