Ieri sera, in una mezzora prima di andare a dormire, ho letto il racconto di Kazuo Ishiguro pubblicato da Einaudi a fine 2018. L’ho preso in prestito in biblioteca, incuriosita dal formato e dalle immagini, convinta che avrei ritrovato la voce che mi aveva tanto colpito con “Il Gigante Sepolto”.

“Crooner” è una narrazione musicale e malinconica, ambientata nella Venezia dei turisti, quella delle orchestre e dei bar di piazza S. Marco e delle gite in gondola lungo i canali. L’accompagnamento delle illustrazioni di Bianca Bagnarelli, unita al narratore in prima persona, rende affascinante l’esperienza di lettura. L’ideale per me sarebbe ascoltare questo racconto, più che leggerlo, con il sottofondo sonoro dei brani citati. Ricorre il tema prediletto di Ishiguro, la memoria e la sua influenza nelle relazioni. Poi c’è la musica, c’è l’ombra di Sinatra, c’è Venezia, ci sono la vanità e l’estetica di Hollywood, l’incontro con il mito che si svela poi essere tristemente diverso dall’artista immaginato. C’è un’ultima serenata d’amore prima di dirsi addio, ed il motivo di questo addio infine, che spiazza e delude.

Ho passeggiato per Venezia tante volte, così l’ambientazione di Crooner è risultata più che familiare, gradita e intimamente conosciuta. Mi pareva di sentire l’aria umida della sera che circola tra le calli, il gemito dei gabbiani in lontananza, il vociare dei gondolieri e il tramestio dei bar con i tavolini a ridosso dell’acqua verdenera.
Purtroppo, la storia in sé non mi ha particolarmente coinvolto o emozionato, il che mi dispiace. Sono però curiosa di leggere gli altri quattro racconti, contenuti nel libro “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo“, edito da Faber & Faber nel 2009.