titolo : Piano Concerto
autore : Maria Chiara Duca
casa ed. : Edizioni EL
anno di pubblicazione : 2016
pagine : 133
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“Suonare era la mia salvezza. Era la colonna a cui mi aggrappavo per non farmi trascinare via dal tifone della vita”
La musica, quella del pianoforte in particolare, domina le pagine di Piano Concerto, ne muove i personaggi e accarezza il lettore tra sinfonie classiche, pezzi punk rock e curiosi anneddoti biografici di musicisti classici e contemporanei.
Vanessa ha quindici anni quando, controvoglia, partecipa per la prima volta al concorso per pianisti organizzato dalla sua città. Non le importa di vincere, non le interessa la competizione, almeno fino a quando non incontra Kai, misterioso ragazzo, ottimo esecutore, recalcitrante anche più di lei. Un incrocio di sguardi e una linguaccia dà il via alla loro storia, che prosegue con incredibile fluidità, profondità di pensiero e ricchezza lessicale. Si dipana questa tela stampata di pentagrammi che è la vita quotidiana della giovane protagonista, portandoci a conoscere la sua amica Diana, suo dorato opposto, la professoressa Gritti, la madre, troppo presa dal proprio dramma per essere di supporto alla figlia, e molti altri vivaci personaggi. Impossibile prevedere chi di loro resterà sullo sfondo, come semplice comparsa, e chi improvvisamente farà un passo avanti, intrecciando le sue esperienze con quelle di Vanessa. Le parole scorrono come note in una sequenza di abbandoni e incontri; l’autrice scrive di questa vita con realismo, la accompagna con citazioni musicali ma non la infioretta, non la edulcora, anzi, nel vuoto lasciato da un personaggio che sparisce all’improvviso, senza lasciar traccia, si individua la spietata verità che è nelle relazioni umane : alcune sono fatte per continuare, altre terminano, talvolta senza troppe righe di spiegazione. Il dolore è inevitabile, e in Vanessa, che già vive un presente pieno di durezza e solitudine senza la presenza di vere figure genitoriali, apre ferite laceranti.
“Mi sentivo come un vecchio vinile giunto al termine, ma che nessuno si prendeva la briga di sostituire. La punta saltava, graffiava, ronzava tra i solchi in perpetuo girare senza scopo”
A Vanessa non resta che cercare un’ancora di salvezza, per impedire al nero di depositarsi fino ad incancrenire il cuore. Il dolore è del vivere, ma lo è anche la gioia. Una musica segreta risiede in ogni cosa, può farla risplendere; è in ogni via da noi percorsa, magari troppo distratti per farci caso. Per gioirne, a volte, basta sapere ascoltare.
Piano Concerto abbatte con una certa dose di ironia il muro dei pregiudizi che il mondo classico nutre verso il contemporaneo e viceversa. Vanessa sorprende il lettore parlando in modo estemporaneo di Mozart e Deryck Whibley dei Sum 41, come fossero parte di uno stesso unicum, attribuendo loro l’importanza di aver lasciato un segno permanente con le loro opere, indipendentemente dall’epoca e dal genere. Parole e musica che emozionano e si fanno carico di sentimenti non hanno bisogno di essere imbrigliate in schemi troppo rigidi.
“Non è una questione di genere. Ecco, a me piace la musica del mondo, tutto qui. E non mi dispiace pensare che se nel Diciottesimo secolo fosse esistita la chitarra elettrica, Mozart l’avrebbe padroneggiata alla grande”.
Pubblicato quest’anno da Edizioni EL, in 133 pagine, quattro track e una bonus track, Piano Concerto apre e chiude il sipario su Vanessa, Kai, un foulard viola e la storia della loro rivalità, che a suon di Beethoween e Green Day, Good Charlotte e Schubert si evolve in un legame profondo e allo stesso tempo delicato…
Piano Concerto è, insomma, una storia di musica e di crescita, di maturazione, di scoperta, di accettazione e di resilienza. Si legge in brevissimo tempo, emoziona e fa riflettere riuscendo allo stesso tempo a divertire. Lo amerete senz’altro !