Il Linguaggio Segreto dei Fiori
di Vanessa Diffenbaugh
titolo originale : The Language of Flower
casa ed. in Italia : Garzanti, gruppo ed. Mauri Spagnol
traduzione dall’inglese : di Alba Mantovani
anno di pubblicazione : 2011
sito ufficiale italiano : http://www.illinguaggiosegretodeifiori.com/
quarta di copertina : Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C’è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l’infanzia saltando da una famiglia adottiva a un’altra. Fino all’incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l’unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l’anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L’unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili.
curiosità : alla fine della storia si può sfogliare il dizionario con il linguaggio dei fiori. Ce n’è una versione scaricabile gratuitamente ed illustrata nel sito sopra indicato. Il libro è disponibile, nella versione italiana, in quattro copertine, ognuna delle quali con un fiore differente. Il mio ad esempio ha la margherita.
“Non mi fido, come la lavanda.
Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho paura, la mia voce sono i fiori.”
A distanza di mesi dalla lettura, con il ricordo ancora fresco di quei personaggi così reali e vivi, posso aggiungere ancora solo poche parole allo scarno commento che scrissi di getto nella mia agenda.
”Il Linguaggio Segreto dei Fiori è una storia di crescita e superamento di intime difficoltà , di amore, amicizia, fiducia nel genere umano e nelle sue peculiarità. Ma è soprattutto una storia su cosa significhi essere madri, e su cosa voglia dire essere figli, anche se si è sperduti, apparentemente da soli ad affrontare il mondo. E’ un fiore sbocciato i cui petali non sono destinati ad appassire. La vicenda di Victoria e di quelli a lei legati, mi ha preso sin dalla prima pagina, mi ha emozionato, commosso ed esaltato. Perchè Victoria è una persona speciale, e il lettore vorrebbe che lei se ne rendesse conto. Mi sono lasciata persuadere da questa giovane e fragile protagonista dell’idea che il linguaggio vittoriano dei fiori sia un modo meraviglioso per comunicare. Ho consigliato questo libro a mia nonna, che ama tantissimo i fiori, e lei ha concordato con me.”
Una cosa bella di questo libro, oltre alla sua dote di profumo e romanticismo, è la struttura. L’hook* che usa l’autrice è perfetto, ti arpiona sin dalle prime parole e non ti lascia andare. La storia di Victoria, diciottenne, misantropa , appena uscita da un orfanotrofio e con poche speranze per il suo futuro, si vena di giallo ogni volta che il narratore fa riferimento al suo passato burrascoso. Il mistero celato dietro un particolare episodio, illuminato a fosche tinte dal fuoco, non verrà svelato subito, ma centellinato in modo sapiente, cosicché si viene a saperne sempre un poco di più man mano che la storia prosegue attraverso vari flashback e dialoghi costruiti a regola d’arte. Perciò, da lettrice e un pochino critica, direi che non è solo il profumo ad attirarmi del libro, e nemmeno il colore, (che di certo non manca !), ma probabilmente soprattutto la struttura. Una storia profonda e piena di sfumature, in un involucro altrettanto bello. Il finale in particolare è auto-conclusivo e così godibile che sono stata ancora più contenta di aver scelto di leggere questo romanzo d’esordio. Complimenti a Vanessa Diffenbaugh !
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