Recensione di Gennaio 2013 –
Titolo : the Millennium Trilogy
Autore : Stieg Larsson
Anno pubblicazione : in Svezia 2005-2007; in Italia trad. a partire dal 2007
Casa editrice : Norstedts Förlag / Marsilio
note : da questi romanzi, ben due trasposizioni cinematografiche, una svedese e un remake USA.
Millennium trilogy di Stieg Larsson
In generale :
Fa sicuramente riflettere, Larsson, sul modo in cui la società tratta le donne. Anche una apparentemente perfetta e pulita come la Svezia. Il libro mi piace tantissimo per via dei personaggi, fatti di carne e sangue, e per l’intensità della narrazione, oltre che per le sue ambientazioni. Non mi piace per come si dilunga, a volte, ripentendo dettagli già noti (ma possiamo scusare l’autore dati i molteplici punti di vista). Intrippante al massimo, un thriller mozzafiato !
The girl with the Dragon Tattoo / Uomini che odiano le donne
trama :Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l’invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l’inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l’ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L’incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l’aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.
“ Non vedo l’ora di leggere gli altri due , finalmente dopo anni mi sono decisa a prendere in mano la trilogia Millennium! Ho solo un aggettivo per libri del genere : INTRIPPANTI. Dalla prima pagina all’ultima, non ti lascia andare finché non lo hai finito. Lisbeth Salander e Mikael ‘Kalle’ Bloomkvist sono quei personaggi che prendono vita sulla carta e che sono in grado di lasciare il segno. Lo stile dell’autore, nonché la struttura della storia sono impeccabili : Uomini che odiano le donne segue le vicende dei due protagonisti in un gioco di scatole cinesi, attraverso una cornice che inizia e conclude il romanzo e un sub plot che ne costituisce il nucleo. Stieg Larsson comunica con gli strumenti di un giornalista e con la passione di un moralista, riporta dati e statistiche ma ci parla anche di persone, vittime e carnefici, senza tralasciare nulla. Non sono una patita del genere, e Sherlock Holmes a parte la mia cultura del giallo è ridotta, e lo stesso posso dire dei thriller.
Il motivo per cui ho deciso di leggere Millennium è che l’autore è uno svedese che ha ambientato magistralmente i suoi romanzi in Svezia, terra che desidero visitare con tutta me stessa per motivi personali … Ma ho adorato questo romanzo, non solo per l’ambientazione, tanto che me lo portavo in cucina all’ora di pranzo e cena, e vicino al letto prima di andare a dormire. Non me lo aspettavo, ed è stata una bella sorpresa.” – mio commento, postato a caldo in Goodreads
A cui aggiungo nota 1 – attenzione, mi rivolgo ai deboli di stomaco, a quelli che cercano nella lettura uno svago privo di dolore. La violenza è descritta senza orpelli, in modo crudo e realistico, certe scene sono impressionanti. Si ha la sensazione netta che i casi di sparizione, stupro, molestie qui affrontati non siano solo invenzioni, ma una cronaca dettagliata della triste realtà.
nota 2 – il riferimento alla storia della seconda guerra mondiale e del nazismo in questo volume, in relazione all’indagine dei protagonisti e al caso di Harriet Vanger , trasporta la vicenda in un doppio binario tematico parallelo a quello della violenza sulle donne : l’antisemitismo è uno spettro che da una sfumatura ancora più cupa alla vicenda.
nota 3 – al pari della violenza, anche le relazioni interpersonali, e i risvolti sessuali, sono vissuti dai personaggi della storia (in questo come nei libri successivi), senza particolari abbellimenti retorici o insipidi giudizi morali. La vita non è romanzata, ma raccontata con un sapore di verità e trasparenza che è caratteristica di questa penna brillante. Un ulteriore plauso a Larsson.
nota 4 – Lisbeth Salander è un genio, non ci sono altre parole. Sarà anche disadattata, ma diavolo, è brillante. Una hacker del genere non vorreste trovarvela per nemica, sul serio. Dannatamente brillante. La adorerete e tiferete per lei. E se siete studenti in crisi come me, vorrete avere la sua memoria fotografica …
The girl who played with fire / la ragazza che giocava con il fuoco
In questo secondo romanzo, Larsson rivela il buio passato di Lisbeth, l’eccentrica, scontrosa, geniale protagonista.
trama : (Ibs) Mikael Blomkvist è tornato vittorioso alla guida di Millennium, pronto a lanciare un numero speciale su un vasto traffico di prostituzione dai paesi dell’Est. L’inchiesta si preannuncia esplosiva: la denuncia riguarda un intero sistema di violenze e soprusi, e non risparmia poliziotti, giudici e politici, perfino esponenti dei servizi segreti. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia all’uomo: l’attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth Salander, la giovane hacker, “così impeccabilmente competente e al tempo stesso così socialmente irrecuperabile”, ora principale sospettata. Blomkvist, incurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un’indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth, “la donna che odia gli uomini che odiano le donne”. È lei la vera protagonista di questo nuovo episodio della Millennium Trilogy, un thriller serrato che all’intrigo diabolico unisce un’acuta descrizione della società moderna, con le sue contraddizioni e deviazioni, consegnandoci con Lisbeth Salander un personaggio femminile unico, commovente e indimenticabile.
the girl who kicked the hornest’s nest / La regina dei castelli di carta
Trama : La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d’ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su “Millennium” un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l’intero paese. Non ci saranno compromessi. L’ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson è ancora una volta una descrizione della società contemporanea sotto forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all’anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.
La denuncia sociale vive nel grido di rabbia che illumina gli occhi di Lisbeth, intrappolata dal sistema corrotto, vittima di uno stato che non la tutela. A differenza di altre donne tratteggiate e commemorate nella trilogia, Lisbeth ha imparato a cavarsela da sola, vivendo ai margini di una società che la disprezza, con una determinazione e un coraggio pari solo al suo desiderio di rivalsa. Non di giustizia, perché alla giustizia non crede più …
In questi altri due romanzi, attraverso l’indagine del giornalista ‘Kalle’ Bloomkvist e della sua squadra, Larsson mette a nudo il passato di Lisbeth, e il mistero che aleggia dietro la storia della sua famiglia, che si intreccia inesorabilmente con un vero e proprio complotto governativo. Lo stile dell’autore non perde di smalto e giunge a coinvolgere maggiormente il lettore, che si sente a questo punto veramente affezionato alla protagonista. Fino alla fine si resta col fiato sospeso, e anche oltre. Vecchi nemici tornano a farle visita, tra cui il viscido Bjurman e il famigerato Zala, (per evitare spoiler non dirò chi è, ma vi assicuro che la sua identità è centrale in questo volume e importantissima nella vicenda di Lisbeth), e lei si trova in bilico tra la vita e la morte.
Mi è piaciuta l’introduzione di nuovi personaggi che hanno saputo dare colore e risalto alla storia di Lisbeth e Mikael. In particolare ho apprezzato la parte affidata a Paolo Roberto, il pugile amico della ragazza che odia gli uomini che odiano le donne. Sono pochi in effetti gli uomini di cui Lisbeth si fida, ma ci sono, e questo fatto è importante. Lisbeth Salander non è misantropa, non odia gli uomini in generale. Non si può veramente etichettarla … Il suo rapporto con Paolo, con l’avvocato e amico Holger Palmgren, con il datore di lavoro, il tollerante e paterno Dragan Armanskij, ci raccontano molto più di quanto potrebbero fare mille considerazioni sul suo agire ai limiti della legalità. La varietà dei personaggi e delle storie di vita personale che si intrecciano al filone principale è impressionante, ed encomiabile il modo in cui Larsson non trascura nessuno, dando a ciascuno lo spazio dovuto. Altrettando encomiabile il modo in cui riesce a parlare delle diverse facce del male. Basti pensare a personaggi come Nils Bjurman , l’opposto di Palmgren, la faccia corrotta e distorta della giustizia sociale, e a Peter Teleborian, medico psichiatra che dovrebbe pensare al bene dei propri pazienti, ma si rivela uno dei peggiori diavoli di questa vicenda. Zala è il male cieco, quello che non guarda in faccia nessuno, il male brutale, senza ragioni, il male dell’alcol e della guerra. Poi c’è il male più infido, quello del reporter che vuole a tutti i costi lo scoop, anche a costo di intralciare le indagini in corso, quello che non si premura di verificare le sue fonti. Larsson aveva affidato al primo volume una grande fetta di questa tematica, ma nel secondo libro e nel terzo troviamo altri memorabili esempi di buono e cattivo giornalismo. Quello buono in particolare qui viene rappresentato da Dag Svensson, giornalista-martire, e senz’altro dalla squadra di brillanti reporter e collaboratori della rivista Millennium, tra cui appunto Mikael Bloomkvist ed Erika Berger. L’elenco dei buoni e dei cattivi potrebbe essere infinito. Un ultimo esempio delle facce del male lo faccio parlando delle molestie sul luogo di lavoro, della misoginia di certi individui. Sonjia Modig, agente di polizia, si ritrova a subire pesanti insulti da un suo collega maschilista. Larsson ci fa capire qual’è il suo punto di vista sulla questione : anche questo è un caso di violenza. Il pregiudizio antico del macho che lavora e della donna che dovrebbe rimanere a casa non trova più alcuna giustificazione nella civiltà moderna, sottolinea l’autore, che ci regala il ritratto di altrettante donne straordinarie : a partire dalla collega e amante di ”Kalle”, Erika Berger, presenza importante in tutta la trilogia, donna indipendente, in carriera, con saldi principi morali ma con una dose di altrettanta spericolata liberalità nelle sue relazioni sentimentali.
Annika Giannini, che con Holger Palmgren sosterrà Lisbeth dentro e fuori dal tribunale, su richiesta del fratello Mikael, è una donna paragonabile a Erika, con l’aggiunta di essere anche madre, e il suo ambiente familiare risulterà simpatico al lettore italiano …
Sonjia Modig, brillante agente di polizia, combatte per la giustizia con una dose di coraggiosa intraprendenza e con una determinazione da ammirare senza riserve.
Miriam Wu. Amica e amante di Lisbeth, sembra che tutti vogliano ricordarla solo per la sua relazione con la protagonista, ma non bisogna dimenticare che questa ragazza è una forza della natura. Quando viene attaccata reagisce con micidiali colpi di Kickboxing tailandese. Quando viene ferita e perseguitata, quando la sua vita viene messa a nudo senza permesso dalla stampa nazionale, in quello che potremmo definire un vero e proprio stupro mediatico, anzicchè fuggire spaventata e voltare le spalle a Lisbeth, rivela una forza mentale e spirituale che corrisponde quella fisica. Straordinaria.
nota finale : un rammarico personale e condiviso da molti, sta nel sapere che la Millennium Trilogy non avrà un futuro. Era stata pensata da Larsson come una lunga saga di 10 volumi. Benchè autoconclusiva, la trilogia lascia alcuni punti che potrebbero essere ancora sviluppati, primo dei quali il rapporto tra Mikael e Lisbeth, senz’altro destinato ad approfondirsi e a maturare. La morte dell’autore per infarto (vedi primo link, qui in basso), ha però messo fine alla speranza di vedere ulteriori volumi pubblicati.
Link correlati
http://www.corriere.it/cultura/09_gennaio_06/larsson_libro_stefano_montefiori_9e12aade-dbd3-11dd-8581-00144f02aabc.shtml — articolo del corriere della sera, 9 gennaio 2006 , sul terzo volume e sulla morte del suo autore
[ i luoghi di Millennium Trilogy : http://www.stoccolmadiscovery.it/tour-itinerari-stoccolma/millennium-tour/ ]
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