Aprile 2013 – L’Inventore di Sogni

Recensione di aprile 2013

L’Inventore di Sogni

autore : Ian McEwan  

anno di pubblicazione : 1994

casa editrice : Einaudi

lingua : inglese

trama : 
Due parole su Peter.
Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però, non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se ogni tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto, tranne: il pesce, le uova, il formaggio e tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso, più sporco o più stupido degli altri bambini. Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare(si intende la faccia). Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella non più di quanto lei tormentasse lui. Nessun poliziotto era mai venuto a casa per arrestarlo. Nessun dottore in camice bianco aveva mai proposto di farlo internare in un manicomio. Gli pareva, tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile. Che c’era in lui di così complicato? Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo che Peter finalmente capì. La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L’altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare i suoi pensieri. Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni. Continua…

“E oltre tutto questo umano fermento, l’oceano si gonfiava e si ripiegava, perché a nulla e nessuno è dato restare fermo, non agli uomini, non all’acqua, e neppure al tempo” 

I personaggi de L’Inventore di Sogni ci sono vicini, vicinissimi, tanto che potremmo essere noi. Ma gli occhi del bambino protagonista, Peter, riescono a trasformare la realtà quotidiana in un sogno ad occhi aperti, stravagante, magico, talvolta inquietante. Si potrebbe anche leggere ogni capitolo come un racconto a se stante; la dinamica è la medesima : Peter si trova in una data situazione e di punto in bianco ti accorgi di essere catapultato in uno dei suoi sogni. Ogni storia, ogni sogno, è lì per un motivo speciale, trasmette un messaggio, un pensiero. Dall’esorcizzare la morte di un amico, o familiare, all’affrontare le proprie paure, dal concetto di potere e della sua reale provenienza, a quello di crescita e relazione tra grandi e piccoli … McEwan affronta con delicatezza e brillante genialità ognuna di queste tematiche, dandoci risposte profonde e donandoci originali pensieri sulla vita.

 

Da un punto di vista tecnico, la struttura è perfetta, il libro inizia introducendo Peter e la sua famiglia, e l’ambiente in cui vive. I racconti successivi trovano Peter in ambienti a lui familiari, a casa, a scuola, in vacanza, e persino in giardino nei panni di un gatto : sempre a stretto contatto con la cerchia di parenti e amici.

Lo stile dell’autore rende la lettura interessante e scorrevole; in particolare mi piace il suo modo di descrivere, calandosi nei panni del personaggio di turno in modo encomiabile. E l’uso di certe similitudini e metafore rendono i brani ancora più ricchi. Un’altra cosa ancora che mi rende simpatico l’autore è il fatto che egli parla di bambini, tantissimo, ma nel loro mondo coinvolge gli adulti, nel suo narrare spesso e volentieri si rivolge a loro. La cosa bella è che non prende in giro nessuno, non esalta virtù o difetti, si limita a constatare i fatti. La vita è quella che è, ci dice, e niente rimane immobile, fisso. Tutto, con la dovuta lentezza, cambia, senza che noi ci possiamo fare nulla. Ogni bambino diventa un adulto, ed ogni adulto è stato un bambino : c’è un tempo, per ogni cosa.

Rispetto ad altri libri di McEwan questo è più leggero, ha un certo qual occhio benevolo. Qui in fondo si parla di una famiglia fortunata, dove gli affetti non mancano, una qualunque normale famiglia, nella società occidentale. (Niente a che vedere con Il Giardino di Cemento, tanto è vero che questo volume l’ho preso alla Biblioteca dei Ragazzi della mia città !)

Attraverso i sogni Peter ha la sua chiave di lettura per affrontare il mondo.

nota personale : da piccola ero davvero come Peter. E ora, a 23 anni, sono proprio come Gwendoline. Riesco a identificarmi così bene che per me  è impossibile non adorare questo libricino !  

 

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