titolo : Carry On
autore : Rainbow Rowell
ed. : Macmillian, 2015 ; Piemme, 2017
540 pagine
Simon Snow è il peggior prescelto di sempre. Questo è ciò che sostiene Baz, il suo compagno di stanza. Baz potrà anche essere un vampiro e un nemico, ma ha probabilmente ragione. Per la maggior parte del tempo infatti Simon non sa far funzionare la sua bacchetta, oppure non sa controllare il suo inestinguibile potere mandando tutto a fuoco. Il suo mentore lo evita, la sua ragazza lo ha lasciato, e un mostro con la sua faccia si aggira per Watford, la scuola di magia in cui frequentano l’ultimo anno. Allora perché Baz non riesce a fare a meno di stargli sempre intorno?
Recensione
Per chiunque sia appassionato in generale al mondo incantato di Harry Potter : vi ho trovato molte corrispondenze, l’ispirazione è dichiarata, indubbia; ma tante sono le similarità quante sono le differenze. Mi ha divertito e al contempo affascinato l’importanza della lingua nell’uso della magia, tanto che in questa storia appaiono incantesimi buffissimi, a metà tra filastrocche, proverbi, comuni modi di dire e motti pubblicitari. I personaggi sono pieni di colore, e qui è possibile entrare nella testa di molti di loro, perché la Rowell conduce la narrazione attraverso una pluralità di punti di vista. I capitoli sono perciò segmenti molto brevi che rendono la lettura davvero rapida ma a volte anche un po’ frustrante. La struttura però non mi sorprende : appartiene alla Rowell sin da Eleanor & Park ed è tipica degli Young Adult. Inoltre qui si rendeva necessario condensare un “non scritto” di sette anni, che sarà familiare forse solo a chi ha letto Fangirl, e il p.o.v multiplo era l’unico modo per farci conoscere una valanga di personaggi e situazioni in sole 500 pagine. Non ho compreso fino in fondo il ruolo di Agatha, la sua importanza nella storia, se non alla fine, quando esce fuori il suo pensiero su Ebb : allora ho trovato la scelta di inserire anche il suo punto di vista davvero azzeccata. Lucy mi infastidisce e mi intenerisce insieme : è uno strumento nelle mani del lettore, ma la sua presenza si rivela importante solo fino ad un certo punto. Simon e Baz restano gli indiscussi protagonisti -anche se sorge spontaneo fare immediato riferimento a Harry e Draco, la Rowell sviluppandone carattere e storia ha saputo distaccarsi brillantemente dal modello. Non posso dire che mi siano rimasti nel cuore, ma ho letto fino a notte fonda perché volevo assolutamente sapere come sarebbe finita (o iniziata), tra loro. Il finale in un certo senso mi ha sorpreso, specie per quello che capita a Simon. Che dire di Penny ? E’ un comico misto di Ron, Hermione e Luna Lovegood nella stessa persona, amabile e decisiva. ** spoiler alert ** Per quanto riguarda gli antagonisti, è stato secondo me un colpo di genio far confluire la massima rappresentazione del bene e del male nei medesimi personaggi, anche se considero la figura dell’Arcimago un po’ scontata e prevedibile.
In poche parole, è una lettura leggera, non impegnativa ma nemmeno priva di interessanti riflessioni. Ancora una volta si tratta di abbattere muri e pregiudizi, unire le forze, svelare segreti, attraversare passaggi segreti, affrontare il dolore, la morte … ma in special modo Carry On considera la paura di agire, di essere, di amare e di amarsi.