“Aveva navigato nelle notturne acque degli spazi come un pallido leviathan di mari ultraterreni”
pag. 69, Cronache Marziane di Ray Bradbury – ‘La Terza Spedizione’ –
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“-Morti, morti sono – disse il capitano Wilder – crede che sappiano che noi siamo qui ? –
-Una cosa antica non sa sempre quando ne arriva una nuova ? – “
pag. 102, Cronache Marziane di Ray Bradbury – Giugno 2001, “… And The Moon be still as bright “
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” C’era come un odor di Tempo nell’aria, quella notte. Tomàs sorrise all’idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi ? odorava di polvere, d’orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d’una grotta, e di voci querule, e di terra tambureggiante con suono cavo su coperchi e casse, e rumore di pioggia. E, per giungere alle estreme conseguenze, che aspetto aveva il Tempo? Il Tempo era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un’antica sala per spettacoli, cento miliardi di facce cadenti come quei palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il Tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo” –
pag. 157, Cronache Marziane di Ray Bradbury – Agosto 2002, Incontro di notte
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da : Evergreen, Grande Biblioteca Per Ragazzi /Mondadori DeAgostini, 1989 (traduzione di Giorgio Monicelli)
[…] note : vedi articolo […]
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Grandissimo Ray.
Mi è sempre piaciuto il suo modo di scrivere.
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lo sto leggendo in questi giorni, piano piano, perché davvero le sue parole vanno assaporate lentamente, non divorate in tutta fretta. Meraviglia pura anche per me !
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